Il Governo ha dato ufficialmente il via alla riforma del Catasto varando, in Consiglio dei ministri, la versione definitiva del decreto legislativo che riattiva le Commissioni censuarie, primo passo per la revisione completa dei meccanismi di valutazione, con conseguente tassazione, degli immobili.
Una volta entrata in vigore la riforma, sarà compito delle Commissioni censuarie definire i nuovi valori da utilizzare per gli estimi catastali, stabilendo il valore medio ordinario di tutti gli immobili attraverso l’elaborazione di un coefficiente che terrà conto della qualità del manufatto, della sua collocazione, dell’anno di costruzione, dello stato conservativo degli immobili e dei valori immobiliari della zona di cui fa parte.
La novità di questa riforma è che il nuovo valore degli immobili sarà calcolato sui metri quadri e non più sul numero dei vani; valore stimato dall’Osservatorio del mercato immobiliare.
La rendita catastale verrà definita a partire dai redditi da locazione medi, tenendo conto della localizzazione e delle caratteristiche edilizie dei beni per destinazione catastale e ambito territoriale. Il valore così ottenuto verrà moltiplicato per la superficie dell’immobile e a questa cifra verranno poi applicate riduzioni che si riferiscono alle spese sostenute per la manutenzione straordinaria, l’assicurazione e i costi di amministrazione.
Verranno censite oltre 62 milioni di unità immobiliari, operazione che richiederà circa 5 anni di tempo.
In testa alla classifica del valore del patrimonio immobiliare italiano, posseduto dai privati, abbiamo Lombardia e Lazio. Seguono Toscana, Campania, Emilia Romagna, Veneto e Piemonte.
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