Luca Zanaroli, architetto emiliano, ha di recente ultimato la ristrutturazione di un trullo saraceno nella campagna di Ostuni, in Puglia. La committenza aveva acquistato un terreno con alberi di ulivo e mandorli e, quasi all’ingresso della proprietà, il trullo in stato di abbandono, con una struttura adiacente, una lamia, di cui rimanevano solo parte dei muri perimetrali.
Il progetto ha puntato sul recupero dei fabbricati esistenti e sulla possibilità di realizzare un ampliamento per triplicare la superficie esistente (originariamente poco meno di 40 metri quadrati) per realizzare almeno quattro camere da letto.
“L’intenzione era quella di evitare che il corpo aggiunto potesse in qualche modo sovrastare ed impattare negativamente – afferma Luca Zanaroli - non solo per le sue dimensioni, la struttura preesistente, della quale volevo mantenere intatte, ben definite e riconoscibili le forme e le relazioni con lo spazio circostante. Volevo evitare, per quanto possibile, di stravolgere il consolidato equilibrio tra vuoto e pieno, tra massa e aria che si era creato e sedimentato nel tempo. In altri termini, la nuova struttura non avrebbe dovuto “soffocare” la vecchia. Al contrario avrebbe dovuto, collegandosi ad essa, essere da un lato il suo organico completamento, dall’altro, per così dire, il suo “mezzo di contrasto”. Alterando il contrasto tra la struttura esistente e il suo intorno, volevo fare risaltare quei dettagli che altrimenti sarebbero stati poco apprezzabili o difficilmente leggibili. Ho cercato quindi un linguaggio il più possibile neutrale e lineare, anche se decisamente diverso, che definisse i nuovi volumi. Ho utilizzato, come “cerniera” tra il vecchio e il nuovo fabbricato, un volume dalla forma elementare, leggermente arretrato e ribassato, che lasciasse “respirare”, con ampi vuoti e grandi aperture, le antiche pietre della parete sulla quale il nuovo fabbricato si innesta. Se da un lato il voluto contrasto rompe visivamente e stilisticamente con il passato, dall’altro l’omogeneità e la continuità materica e cromatica delle superfici, interne ed esterne, e dei percorsi rendono fluido lo spazio e morbido il passaggio tra i differenti corpi, stili e linguaggi”.
Le superfici interne, sia i pavimenti che le pareti trattate a malta cementizia, legano i differenti volumi e allo stesso tempo riflettono morbidamente la luce naturale che entra abbondante da sud.
L’interior design è caratterizzato dalla scelta di “contaminare” l’atmosfera agreste con l’utilizzo di colori e materiali che, come la lamiera in ferro (grezzo e ossidato) utilizzata per il rivestimento delle ante della cucina, neutri e minimali, si inseriscono in modo armonico nel contesto senza alterarne la qualità e i caratteri originali, anzi esaltandoli. L'arredamento è ridotto al minimo ed è parte integrante dell'edificio come architettura organica col tutto. Gli oggetti, di provenienza locale e di artigianato povero, sono frutto delle personali ricerche dell'architetto Zanaroli sul territorio.
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