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“Made in Slums”, un esempio di design autoprodotto proveniente dal Kenya

A Milano si è inaugurata lo scorso 25 settembre (resterà visitabile fino al prossimo 8 dicembre) la mostra "Made in Slums", organizzata da Triennale Design Museum che prosegue il suo percorso nell'osservare le nuove tendenze del design internazionale prodotte dai paesi emergenti. Dopo Cina, Corea e India è la volta di una piccola realtà locale, ovvero lo slum di Mathare, a Nairobi, Kenya. L'esposizione è illuminante su come una piccola comunità riesca ad autoprodurre strumenti pratici e funzionali costruiti con l'ausilio dei pochi materiali presenti nel territorio. Mathare è una grande baraccopoli di Nairobi dove le condizioni di vita sono davvero difficili sotto molteplici punti di vista. La ONG Liveinslums, si è impegnata per due anni in un progetto di cooperazione allo sviluppo che ha permesso di avviare la costruzione di una scuola e un progetto agricolo comunitario nello slum di Mathare. Gli abitanti hanno sviluppato, all'interno di laboratori e case improvvisate, in condizioni igieniche precarie, un'attività di riciclaggio che utilizza gli scarti provenienti dalla capitale: pezzi di legno, insegne, tavole e lamiere, bidoni. Nel progetto è stato coinvolto il giovane designer italiano Francesco Faccin che ha radunato una selezione di oggetti d'uso realizzati in funzione del mercato interno: scarpe, pentole, carretti e altri oggetti di vita quotidiana. I fotografi Francesco Giusti e Filippo Romano hanno realizzato un reportage fotografico mentre i contributi video sono opera di Silvia Orazi e Fabio Petronilli.

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Kenya

Provenienza della fotografia freepik autore wirestock

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