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A Detroit, General Motors inventa la casa sostenibile

Detroit pare che sia in piena trasformazione: da capitale automobilistica per eccellenza a esempio di architettura sostenibile. Il cambio look avviene sia in campo agricolo che edilizio.   Dopo la bancarotta causata dalla crisi del settore, le numerose aree abbandonate, ridotte ormai in stato di degrado, verranno trasformate, in parte, in coltivazioni agricole. L'associazione no profit Michigan urban farming initiative (Mufi) ha avviato infatti un piano per riportare la zona a condizioni di vivibilità e di sfruttamento sostenibile, dotandola di abitazioni indipendenti e di terreni. Così, dopo il caso dei silos trasformati in abitazione per studenti a Johannesburg, durante questo mese di maggio, nella città americana del Michigan, dovrebbe essere realizzato il primo insediamento pilota, grazie alla General Motors che ha donato container dismessi e altri materiali di recupero provenienti dallo stabilimento di Detroit Hamtramck, dove sorge lo stato maggiore di altri due giganti americani Ford e Chrysler. Il progetto dei container, lunghi circa 12 metri e utilizzati normalmente per i trasporti via mare e via treno, trasformati in monolocali vede il coinvolgimento anche di Takd design e Integrity building group of Detroit. Parliamo di abitazioni di circa 30 metri quadrati di superficie, con zona living, due camere da letto, cucina e bagno. Il primo monolocale dovrebbe essere collaudato per un anno da uno studente impegnato nel progetto. Abiterà lì dentro per verificare le soluzioni progettate e metterà a punto i programmi di realizzazione delle coltivazioni agricole. Dalle dichiarazioni di Darin McLeskey, co-fondatore e vicepresidente di Mufi, apprendiamo che il progetto di questa abitazione è iniziato come una visione a lungo termine e che "con l'aiuto della General Motors la concretizzazione di una casa costruita con materiali di riciclaggio su terreni abbandonati non solo è sostenibile per Detroit ma anche per una qualsiasi città che si trovi in una fase di rimonta". McLeskey auspica che questo progetto "sia fonte d'ispirazione e di dimostrazione per altre abitazioni simili in tutta la città". Oltre a donare i container, GM, ossia General Motors, ha fornito altre parti di scarto, come, si legge, i contenitori delle batterie delle Chevrolet Volt, i pannelli insonorizzanti di diversi tipi di auto, i piccoli contenitori metallici delle linee di fabbricazione, gli armadietti dismessi degli spogliatori, il compensato di legno delle casse per le spedizioni e altro legname.

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Case di Containers

Provenienza della fotografia shutterstock

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