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Bio-restauro: l’Enea sviluppa un brevetto

Dall'Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile) fanno sapere che il loro laboratorio di Microbiologia ambientale e biotecnologie microbiche ha sviluppato un processo biotecnologico che consente la rimozione da opere d’arte o pitture murali di depositi organici e inorganici, anche stratificati. Le attività di ricerca si sono concentrate sulla rimozione di film anneriti di gommalacca da pitture murali, sulla rimozione di colle e, ultimamente, sulla biopulitura di depositi da dipinti murali delle logge di Casina Farnese, narranti la leggenda di Ercole e Caco, nel sito archeologico del Colle Palatino a Roma. Proprio dall’esperienza sviluppata in quest'ultima occasione, l'Enea ha sviluppato un brevetto. Per queste applicazioni sono stati utilizzati degli specifici ceppi batterici, selezionati tra i ceppi che fanno parte della collezione di laboratorio, “Enea-Lilith”, costituita da circa 500 ceppi spontanei con caratteristiche di interesse biotecnologico. L’Enea realizza così interventi di bio-restauro dei beni culturali grazie a processi biotecnologici ovvero attraverso l’impiego di microrganismi e dei loro prodotti come supporto o alternativa ai tradizionali metodi di restauro, quando essi si rivelino inefficaci o pericolosi per la salute degli operatori e per l’integrità dell’opera. Nel particolare di Casina Farnese, la biopulitura è stata effettuata utilizzando batteri non patogeni e asporigeni (batteri che non producono forme latenti di sopravvivenza, come le spore). Dopo la fase di laboratorio, la procedura è stata applicata, in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma e con restauratori del cantiere delle logge di Casina Farnese. Il commento della ricercatrice Anna Rosa Sprocati, responsabile dell’attività: “Questo brevetto e le attività che abbiamo realizzato sono tappe di un percorso scientifico che dimostra come le conoscenze prodotte dalla ricerca, interessando diversi settori di applicazione, possono portare allo sviluppo di tecniche a volte inattese. Ad esempio i ceppi batterici impiegati, parte integrante del nostro brevetto, provenienti da miniere di Italia e Polonia o da tombe etrusche, erano stati selezionati in origine per caratteristiche metaboliche che li rendevano adatti ad altre finalità, come  l’impiego nel risanamento di ambienti di miniera.”

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edificio abbandonato

Provenienza della fotografia freepik autore wirestock

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