Europa senza amianto per il 2020

Ancora troppo l'amianto da eliminare dal territorio europeo, di poco impatto le iniziative di enti regionali e comunali per la rimozione e la bonifica dei territori italiani a seguito della legge che nel 1999 mise al bando le fibre di asbesto. In data 14 marzo 2013, è stata così approvata la relazione sulle “minacce alla salute dei lavoratori dovute all'amianto e prospettive di abolizione totale di tutto l'asbesto esistente”, il Parlamento europeo si è pronunciato votando in modo del tutto favorevole all'attuazione di una strategia di rafforzamento al divieto già esistente su scala comunitaria, per l'eliminazione del materiale inquinante, per il periodo compreso tra il 2014 e il 2020. Con il divieto precedente si stabilisce infatti che edifici, tubazioni, treni e navi, non siano costituite di questo materiale, purtroppo allo stato attuale si è resa necessaria questa nuova strategia, in quanto l'amianto è ancora utilizzato e presente in molti complessi architettonici e nel sistema di trasporti dei paesi europei, complici le nazioni in cui l'estrazione non è ancora bandita. Con l'approvazione della relazione, si sono aggiunti 12 emendamenti approvati in commissione Ambiente e Affari sociali presentati dall'eurodeputato, Andrea Zanoni, con la previsione di: introdurre un registro pubblico degli edifici degli Stati membri contenenti amianto; garantire ai lavoratori che operano per la rimozione, qualifica e attrezzature idonee; la cessazione del conferimento nelle discariche per l'amiano ad oggi provvisorie con la previsione di realizzare centri di inertizzazione e trattamento del rifuto; il sostegno alle associazioni delle vittime, e una tabella di marcia dei lavori svolti.

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