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I vincitori del concorso americano “Architecture at Zero”

Sono stati annunciati i cinque vincitori dell'edizione 2013 del concorso “Architecture at Zero” sponsorizzato dall'American Institute of Architects (Aia) di San Francisco e da Pacific Gas & Electric. Si tratta di una gara di architettura aperta a tutto il mondo sulla progettazione di strutture a consumo energetico zero, i net zero energy buildings. In premio 25.000 dollari da dividere tra i vincitori. Quest'anno i progettisti partecipanti al concorso hanno dovuto pensare a raggiungere il grado zero di consumo energetico in grandi edifici, quindi la sfida è stata più difficile. Il luogo prescelto per i progetti è stato il quartiere Tenderloin di San Francisco, un distretto storico nel centro della città che va rivitalizzato. Qui i concorrenti dovevano immaginare dei condomini sociali efficienti e “aggregativi”. Tra i riconoscimenti speciali spicca "Living in flux" di Victor Bao che ha utilizzato una varietà di fonti di energia rinnovabili, a partire dall'impianto fotovoltaico che copre l'intero tetto dell'edificio, i collettori solari termici installati lungo le facciate, la pompa di calore geotermica. Tutti i rifiuti organici dell'edificio convergono nella produzione di biogas da utilizzare come combustibile in un impianto di trigenerazione, che produce calore ed elettricità. Joseph King, Lillian Parco, Tony Vasquez e Laurence Booth hanno elaborato un progetto dove l'energia e l'utilizzo di acqua sono ridotti attraverso sistemi ad alte prestazioni con un design che massimizza le potenzialità del sito. L'edificio utilizza un sistema di ventilazione incrociata ad alta efficienza, ventilatori a recupero energetico, apparecchi di illuminazione a Led con sensori di presenza e rubinetteria a basso flusso. Una struttura caratterizzata dall'elevato isolamento termico è invece quella ideata da Bruno Keller, Christian Schoch, Stephan Rutz, Jesse Honsa, Andreas Gianoli, Roland Ryser, Kate Gannon, Karl Slippel, Heinz Simmler. Il progetto è stato considerato dalla commissione giudicante "il più riuscito e integrato”.  Hanno impiegato nella struttura vetri a bassa emissività e l'installazione di schermature solari flessibili e controllabili. Sistemi che, insieme, eliminano la necessità di riscaldamento o raffrescamento meccanico. Drew Adams, Joseph Yau e Mark Alocilja hanno spinto la progettazione al di là dell'obiettivo energia zero cercando di ricreare un ambiente accogliente e capace di promuovere un forte senso di comunità e di vita eco-consapevole. Nel grande cortile comune al secondo livello hanno ricreato addirittura un orto per i residenti. Duane B. Carter, Mike Stopka, Simon Mance, Scott Farbman, Courtney Brower hano ottenuto un riconoscimento speciale con  il blocco residenziale a forma di L, dove al piano terra c'è un grande negozio di alimentari, ed è scandito da cinque torri solari multifunzionali che innescano il flusso di aria fresca necessario per il comfort delle unità abitative e degli spazi comuni. Anche in questo caso sono stati previsti spazi verdi in comune, dove coltivare frutta e verdura e far giocare i bambini. Altra menzione speciale a Karim Hammad, Robert Herman, Susie Coliver, Stephen Doherty, Jonas Weber, Emma Ramoy, Michael Hummel, Ryan Potvin e David Malman (Herman Coliver Locus Architettura, EBS Consultants, Architectural Lighting Design). Attraverso calcoli matematici e soluzioni quantitative hanno costruito un pezzo importante del puzzle. Il loro progetto è stato così commentato dalla giuria: "La spaziatura consente delle belle vedute e il fotovoltaico è ottimizzato in termini di produttività, inserito bene nel complesso".

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Open Design Italia

Provenienza della fotografia shutterstock

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