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Dal passato al futuro, la casa di paglia

Bag (Beyond Architecture Group) è uno studio, con sede a Roma, in continua evoluzione che si occupa di architettura sostenibile sperimentando tecnologie naturali e low-cost da applicare, in particolare, in contesti di emergenza abitativa. Il suo fondatore, l’architetto Paolo Robazza, negli ultimi sette anni è stato vincitore di numerosi premi per progetti nazionali e internazionali in particolare nel settore della bioarchitettura. Suo il progetto della "casa di paglia" realizzato nel quartiere Quadraro, a Roma, che ha suscitato, ovviamente, molta curiosità. È il primo edificio cittadino costruito con balle di paglia al posto dei mattoni. L’ispirazione gli è venuta dai coloni americani che a fine '800 realizzarono le prime case di paglia appena iniziarono ad usare la macchina imballatrice. La prima casa di paglia fu costruita in Nebraska (1880 ca.) e oggi è ancora abitata e, si dice, in ottimo stato. Costruire una casa sana con la paglia, a basso impatto ambientale, offre elevate prestazioni energetiche a costi contenuti. "Le pareti in paglia traspirano, - come descrive l'architetto Robazza - forniscono un elevato isolamento termico e permetto un buon controllo del livello igrotermico degli ambienti interni e quindi un elevato benessere. La casa è fresca d'estate e calda d'inverno, e ciò permette di ridurre i costi dell'energia. L'impianto di riscaldamento viene utilizzato solo in alcune settimane d'inverno, anche in contesti molto freddi, e ciò consente di risparmiare molto sui costi dell'energia. D'estate i sistemi classici di mascheramento ci consentono di ridurre al minimo anche le spese per il raffrescamento. La paglia inoltre è un materiale a km 0 facilmente reperibile e naturale". In più, una casa in paglia non ha bisogno di manodopera esperta, si realizza con lavorazioni molto semplici, e quindi perfetta per l'autocostruzione, in qualsiasi contesto anche se molto umido, basta seguire dovuti accorgimenti progettuali. Per il fondatore di Bag questo tipo di costruzione andrebbe bene per l’edilizia popolare: "Tra l’altro in Inghilterra, appena fuori Londra, è stato recentemente realizzato un quartiere popolare interamente in paglia". Quasi tutte le case di paglia realizzate fino ad oggi, solitamente, si trovano in contesti rurali; il progetto di Roma dimostra che è possibile inserirle anche in contesti urbani, nonostante ci sia tuttora molta diffidenza. Parlando di paglia vien subito da pensare al fuoco, ma Robazza assicura che "una volta intonacata con circa 3 cm di spessore, la paglia è protetta e resiste a 1100 °C per 90 minuti quindi risponde alle normative antincendio europee. Inoltre essento molto pressata non ha ossigeno al suo interno, manca quindi il comburente per innescare l’incendio". Aggiungiamo inoltre che la paglia viene utilizzata per realizzare le tamponature e non incide in alcun modo nell’antisismicità della casa, grazie anche alla struttura a telaio in legno che consente all’edificio di rispondere alle sollecitazioni del sisma in maniera ottimale. Tra i recenti progetti di Bag c'è anche l'ecovillaggio autocostruito Eva, per i terremotati di Pescomaggiore in Abruzzo, oltre ai villaggi di emergenza per i braccianti agricoli stranieri della Capitanata in Puglia e a una fattoria, fuori Roma, basata sui principi della permacultura. Ed è proprio dal terribile terremoto dell'Aquila che è nato il gruppo Bag, deciso ad unire le proprie professionalità per contribuire alla ricostruzione. "Dormivamo tra la gente in tenda - racconta Robazza - proponendo la soluzione della paglia a sindaci e comitati di cittadini". Si è trattato insomma di un cantiere condiviso che ha permesso a giovani professionisti, desiderosi di apprendere questa tecnica nuova, di partecipare ai lavori di costruzione dell'edificio in maniera veloce, economica basata sull'autocostruibilità e sull'isolamento termico.

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