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Se n’è andato uno dei maestri dell’architettura italiana

Il 28 gennaio è scomparso Alessandro Anselmi, uno dei maestri dell’architettura italiana più influenti. Nato a Roma nel 1934 e divenuto professore ordinario di composizione architettonica presso la facoltà di Architettura dell'Università di Roma Tre, i suoi progetti sono stati esposti in numerosi convegni e rassegne nazionali e internazionali; per non parlare delle mostre personali da New York a Parigi, Caracas, Ciudad Guayana, Helsinki, ecc... Nei primi anni Sessanta è stato tra i promotori di una battaglia culturale per il rinnovamento della disciplina contro gli esiti accademici dell'architettura tardo-moderna. Tra i suoi lavori più importanti: il progetto per il nuovo Palazzo dello sport di Firenze (1964), il cimitero di Parabita (1967), l'Archivio di stato di Firenze (1972). In seguito il suo operato si è indirizzato verso un rinnovato uso dell'immagine moderna, particolarmente evidente nella Casa della cultura di Chambéry-le-Haut (1982), nelle abitazioni temporanee nel quartiere di Testaccio a Roma (1984) e nell'ampliamento dell'Hôtel de Ville di Saint-Denis (1985). Tra i progetti di più recente realizzazione troviamo: l'Hôtel de Ville di Rezé-lès-Nantes (1986), gli edifici della facoltà di Giurisprudenza dell'università di Reggio di Calabria (1989), la piazza del mercato, il terminal della metropolitana e un centro commerciale a Sottevilles-lès-Rouen (1993-95), il padiglione Italia ai giardini di Castello a Venezia (1988), il restauro del castello Ruffo a Scilla, la sistemazione del canale Redefossi a San Donato Milanese (1995) e il polo direzionale di Pietralata-Tiburtina a Roma (1996).

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