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L’Ara del cielo di Roma

Un'architettura romanico gotica che sorge sul colle capitolino del Campidoglio, sull'altura dell'Auguraculum, che la storia narra fosse il luogo dove gli Auguri, i sacerdoti dell'antica Roma interpretavano il volo degli uccelli che illustravano la volontà degli dei. La Basilica di Santa Maria in Ara Coeli è poco visibile nel suo complesso, il Vittoriano di Piazza Venezia, il monumento dedicato a Vittorio Emanuele II, risalta per la sua fastosità e la sua bianchezza oscurando la bellezza della basilica, datata 1250. Realizzata sulle rovine del Tempio di Giunone Moneta, fu costruita dopo la contesa di Guelfi e Ghibellini, con la concessione del sito, di cui chiesa e monastero di Papa Innocenzo IV, all'ordine dei francescani, che la consegnarono nel 1797 ai francesi rivoluzionari guidati dal generale Berthier, come parte della neonata Repubblica Romana, di connotazione giacobina. L'ordine francescano fondatore di altre chiese romanico gotiche, di cui la più rappresentativa la basilica papale in Assisi, realizza l'opera esterna che viene terminata con la scala marmorea tra il 1547 e il 1552 sul progetto del Vignola. Scuola di giustizia e centro politico romano, era sede di assemblee popolari per la sua vicinanza al Senato, ancora oggi sede de il Te Deum di ringraziamento di fine anno. La struttura architettonica rivestita da nudo laterizio, si slancia verso il cielo tagliandolo in orizzontale, caratteristica dell'architettura gotica, la peculiarità di smaterializzarsi, complice nella basilica la scalinata ripida che corre in salita sul colle romano. La sensazione provocata in cima alla scalinata è la visione di Roma con un respiro, una contemplazione della città, che non si pone come logica di dominio, ma si distacca dai prossimi fori imperiali, che la rendono unica e un capolavoro dell'architettura. Salendo dall'ingresso principale, ovvero dall'apertura da piazza Ara Coeli, la struttura interna si divide in tre navate con archi a tutto sesto, composta da un transetto da cui si dislocano tre cappelle principali, in cui sono custodite opere importanti, la lastra tombale di Donatello, gli affreschi del Pinturicchio, del Pomarancio e un organo a canne di fine cinquecento. La navata principale è costituita da un bellissimo soffitto a cassettoni, risalente all'epoca barocca, di cui le 122 colonne recuperate da edifici antichi, ognuna diversa dall'altra, rivestite e composte da materiali diversi, intarsiate di lustrini di epoca bizantina, dal corpo possente e non perfettamente circolare. La pavimentazione cosmatesca in marmo, e firmata a grandi lettere dalla bottega di Cosma, Tebaldo e Lorenzo, è leggermente in pendenza e introduce all'altare, in cui è custodito il pulpito bizantino raffigurante Maria. Perdura così la sensazione di salire verso l'alto. La leggenda narra infatti che il nome della basilica, dedicata alla Vergine, diviene da S.Maria in Capitolio all'Ara del cielo, in seguito alla frase sussurrata da Maria nella visione avuta da Augusto, nella quale disse, "questa è l'ara del figlio di Dio". La basilica è un esempio di architettura armonica, che come dice Vitruvio è realizzata sul sapere di più dottrine e si fonda dal "raziocinio e non di meno dall'esperienza del suo artefice".

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Roma

Provenienza della fotografia freepik autore frimufilms

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