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Agenda verde del Governo: via libera dal Consiglio dei Ministri al Collegato ambientale

Previsti incentivi al mercato dei materiali e dei prodotti riciclati e agli appalti verdi della PA. Unificate le commissioni Via e Aia Tra le misure contenute nel collegato ambientale alla legge di stabilità 2014, approvato in questi giorni dal Consiglio dei Ministri su proposta del ministro dell'Ambiente Andrea Orlando, troviamo: l'unificazione e semplificazione Via e Aia, appalti “verdi” nella pubblica amministrazione, applicazione di criteri ambientali minimi negli appalti pubblici per le forniture e negli affidamenti di servizi, misure per incrementare la raccolta differenziata e il riciclaggio, incentivi per la green economy del riciclo e riutilizzo. Sembra una specie di agenda verde del Governo, composta da trenta articoli finalizzati ad attivare politiche ambientali virtuose, semplificare il quadro normativo per renderlo più moderno e creare le condizioni per investimenti e crescita economica nel campo della green economy. Riportiamo alcuni estratti pubblicati sul sito internet del Ministero dell'Ambiente: - "Appalti verdi" nella Pubblica amministrazione - Green public procurement (art.10) La disposizione mira a introdurre un incentivo per gli operatori economici che partecipano ad appalti pubblici e che sono muniti di registrazione Emas (che certifica la qualità ambientale dell’organizzazione aziendale) o di marchio Ecolabel (che certifica la qualità ecologica di “prodotti”, comprensivi di beni e servizi). Il beneficio è una riduzione del 20% della cauzione a corredo dell’offerta, ai sensi del Codice Appalti. La disposizione, inoltre, ha lo scopo di introdurre tra i criteri ambientali di valutazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa anche il criterio - per i contratti che hanno come oggetto beni o servizi - che le prestazioni al centro del contratto siano dotate di marchio Ecolabel. Inoltre, tra i criteri di valutazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa, viene introdotto quello del costo del ciclo di vita dell’opera, prodotto, o servizio, criterio previsto dalla bozza di nuova direttiva comunitaria sugli appalti pubblici. Si tratta di misure a costo zero volte a garantire minori impatti sull’ambiente e una conseguente riduzione della spesa nel breve-medio periodo. - Criteri ambientali minimi negli appalti di forniture e servizi, anche alimentari (art.11) Tra le questioni ambientali più rilevanti che l’Italia deve affrontare, vi sono quelle legate al consumo di energia da fonti non rinnovabili (con la conseguente emissione di CO2) e quelle legate alla produzione di rifiuti. Per entrambe le problematiche, rendere obbligatorio il riferimento ai criteri ambientali per gli acquisti pubblici (Green Public Procurement) può contribuire in maniera rilevante alla loro soluzione, con ricadute positive anche sotto il profilo economico. Si inseriscono inoltre nel Green Public Procurement gli acquisti relativi al settore “alimentare”, considerato a livello europeo il principale settore di impatto ambientale con il 31% degli impatti totali dei consumi. Si tratta sostanzialmente di introdurre - accanto allo strumento degli accordi volontari con i grandi attori della distribuzione (in particolare la grande distribuzione) - anche strumenti obbligatori che premiano quegli operatori che, nella gestione della ristorazione collettiva o della fornitura delle derrate alimentari, agiscono in modo virtuoso. - Incentivi per la green economy del riciclo e riutilizzo (art.12) Una delle novità più importanti del collegato è rappresentata dall’introduzione, per la prima volta nella legislazione italiana, di incentivi e meccanismi di sostegno al “mercato dei materiali e dei prodotti riciclati”. Si introducono nella nostra legislazione un insieme di principi e di incentivi ai consumatori, alle aziende e agli enti locali per sostenere l'acquisto di prodotti realizzati con materia derivata dalle raccolte differenziate post consumo in modo da promuovere il recupero, riciclo e il riutilizzo oltre al recupero energetico, per il quale esistono già numerose forme di incentivo (certificati verdi e bianchi, ecobonus per le ristrutturazioni). Uno dei vantaggi di tali politiche di incentivazione è quello non solo di prevenire lo spreco di materiali ma anche quello di ridurre il consumo di materie prime con la conseguenza immediata di un uso razionale di risorse materiali scarse, un minor utilizzo di energia, e la progressiva diminuzione di emissioni di gas serra. L'incentivazione dell'acquisto di prodotti realizzati con materia derivata dalle raccolte differenziate post consumo apre un nuovo mercato in cui piccole e medie imprese possono recuperare i materiali riciclabili per rivenderli come materia prima o semilavorati alle imprese produttrici di beni. Un mercato che si può tradurre pertanto anche in nuova occupazione ed innovazione tecnologica nel campo della Green economy che non è fatto solo di attività in campo energetico ma anche e soprattutto di attività nel campo dell’uso razionale delle materie e dei materiali. - Pianificazione impianti di incenerimento (art.20) Una novità importante riguarda anche il recupero energetico dei rifiuti, con l’attribuzione al Ministero dell’ambiente del compito di individuare la “rete nazionale ed integrata ed adeguata di impianti di incenerimento dei rifiuti”, in modo da disporre in pochi mesi di un quadro chiaro a livello nazionale degli impianti esistenti, di quelli in fase di realizzazione e del fabbisogno residuo. Un quadro di pianificazione utile per superare le forti disomogeneità territoriali presenti a livello nazionale, completando la rete di impianti senza rischiare fenomeni di eccesso di offerta, come quelli che si registrano attualmente nel nord Europa. - Difesa del suolo e dissesto idrogeologico (art.24) Si introduce il finanziamento degli interventi di demolizione di immobili abusivi realizzati in aree ad elevato rischio idrogeologico attraverso un meccanismo che rende più agevole la rimozione e la demolizione di opere ed immobili realizzati abusivamente nelle aree del Paese classificate a rischio idrologico elevato. E’ un provvedimento necessario per quelle zone in cui le condizioni di fragilità del territorio rendono particolarmente urgente la necessità di realizzare interventi di messa in sicurezza da fenomeni di dissesto idrogeologico, la cui concreta attuazione spesso viene impedita da manufatti di vario genere spesso realizzati illecitamente. - Contabilità ambientale: nasce il Comitato per il capitale naturale (art.31) Le questioni ambientali entrano a pieno titolo nel processo decisionale economico e finanziario del Paese. È in fase di studio l'istituzione senza alcun costo per la spesa pubblica del Comitato per il capitale naturale con l’obiettivo di integrare i costi ambientali nel processo di preparazione del Documento di economia e finanza (Def) e degli altri atti di governo in materia di programmazione finanziaria e di bilancio. Il Comitato fornirà al Governo gli strumenti utili per la migliore comprensione degli effetti dello stato delle risorse naturali e dell’ambiente, sulla performance economica del Paese e sul benessere degli individui, individuando in particolare le conseguenze economiche e sociali derivanti dalla mancata prevenzione degli impatti e dei danni ambientali delle attività produttive. Entro il 28 febbraio di ogni anno il Comitato consegna al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro dell’economia e delle finanze un rapporto sullo stato del capitale naturale del Paese, corredato delle informazioni e dei dati ambientali espressi in unità fisiche e monetarie seguendo le metodologie definite dalle Nazioni Unite e dall’Unione Europea.

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Roma

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